M A I P I U’
PER NON
DIMENTICARE
SCUOLA
MEDIA RICCI/MURATORI – III F - R
A V E N N A - ANNO SCOLASTICO 1999 –
2000.
Da
un’idea di Walter Paolucci realizzata in collaborazione con la prof.
Graziella Pagani.
Hanno
lavorato al testo ed alle sceneggiatura i ragazzi e le ragazze della III F
della
Scuola Media Ricci Muratori.
Note
ed informazioni storiche a cura di Pagani Graziella e Walter Paolucci
Presentazione.
L’Anpi di Russi mi ha segnalato il testo elaborato dai ragazzi e dalle
ragazze della TerzaF della Scuola Media Ricci Muratori di Revenna nel corso
dell’anno scolastico 1999/2000, suggerendomi di inserirne la rappresentazione
nel programma delle iniziative per la commemorazione della liberazione di
Russi.
Nell’aderirvi, mi è sembrato utile aggiungere alcune brevissime
osservazioni.
Tutti sapete che il nazismo, in nome della superiorità della razza
ariana ed in vista di un dominio assoluto della Reich su tutti i popoli, trascinò la Germania e tutta l’Europa in una
tragedia di sofferenze e di morti oggi
difficilmente immaginabili. Per alcuni anni, per troppi anni i popoli del
vecchio continente furono schiacciati dal terrore. La guerra costò la vita ad
oltre venti milioni di persone, tra civili e militari. Circa sei milioni di
ebrei furono assassinati nei campi di concentramento e sterminio. Nessun angolo
d’Europa fu risparmiato: sui muri delle città delle nostra stessa provincia lapidi di marmo ricordano perseguitati
politici e uomini e donne di appartenenza ebraica massacrati nelle strade delle
città o scomparsi nei forni crematori.
Non pensate che tutto questo sia troppo lontano. Rullano per l’Europa
tamburi di guerra, si inneggia di nuovo al primato della razza, si additano i
diversi di colore e di provenienza. Immunizzarci contro le antiche grida di
odio non è solo una necessità, è un dovere alla quale ci richiamano sempre i
principi di civiltà ed umanità della nostra Costituzione Repubblicana, che
forse occorrerebbe legge più spesso e con persistente attenzione.
Per queste ragioni è bello che
dei ragazzi e delle ragazze abbiano avuto l’ardire civico di cimentarsi con una
materia drammatica come quella del genocidio del popolo ebraico. Tra l’altro,
mi è sembrato interessante che, nella produzione del loro lavoro – Mai più –
abbiano utilizzato in prevalenza documentazioni e testimonianze provenienti dai
persecutori, riservando un rispettoso silenzio alle vittime di quella immane
tragedia.
Il Comune di Russi si è addossato l’onere di riprodurre un certo numero
di copie del lavoro dei ragazzi e delle ragazze della Scuola Media Ricci
Muratori di Ravenna perchè esso sia a disposizione di tutti, in modo
particolare di altri ragazzi e di altri insegnanti.
Nel salutare quanti parteciperanno allo spettacolo, non può mancare da
parte mia un ringraziamento al per
aver messo a disposizione il teatro.
Il
Sindaco
( Bolognesi)
Russi, 11/12/2000.
Il Coro (1).
Al centro della
scena ragazzi/ragazze ripiegati come a
formare la corolla di un fiore ancora chiuso. A scena aperta cominciano a
svegliarsi, si alzano lentamente, si stirano, sbadigliano. Molta gestualità
senza parole. I visi sono dipinti in bianco, nero, giallo, rosso. La scena è
buia, la luce solo su di loro.
Dopo qualche istante cominciano a
guardarsi attorno, toccarsi, quasi fossero all’inizio della vita, come in
realtà vuol essere la rappresentazione simbolica. Parlano balbettando, molta
incertezza nelle parole
Ragazzi (uno alla volta): Chi sono?
Dove sono? A cosa servo?
La ragazza del
centro (alzandosi)
Chi siamo noi? (aiuta gli altri ad
alzarsi e rivolge una domanda ad alcuni ragazzi) Lo sai tu? E tu? Nemmeno
tu? No? ma allora chi ce lo può dire?
Da sinistra
entrano in scena quattro personaggi. Hanno i visi bianchi di biacca. Avanzano
lentamente, hanno in mano della frutta ed un grande libro con delle grandi
scritte non leggibili dal pubblico. Hanno aspetti di persone mature, non
senili. Il bianco dei visi indica il passato.
Ragazzi: E voi chi siete? Ci fate
paura con quei vostri visi di morte. Non fateci del male.
Ragazzo del
passato 1:
Non abbiate paura, non vogliamo farvi del male.
Ragazzo del
passato 2: Vi
portiamo doni. (Avanzano fino ai ragazzi
del coro. Allungano le braccia e offrono doni che tenevano in mano)
Ragazzo del
passato 3:
Questi sono i beni della terra e dell’uomo, che vi portiamo dal passato.
Ragazzo del
passato 3: Sono
per voi e per quelli che vengono dopo di voi, così come è stato per le
generazioni passate.
Sulla destra compaiono sette ragazzi/ragazze, coi visi colorati a piacere, senza rispetto per possibili distinzioni geografiche. Colori vivaci, punk, anche i capelli devono essere dipinti. Si siedono in silenzio leggermente protesi in avanti come in attesa.
Il coro: Ma cosa dobbiamo farne, se
non sappiamo nemmeno chi siamo, né quale dovrà essere il nostro cammino?
Ragazzo del
passato 2:
Non temete. Gustate i frutti che vi diamo. Vi daranno forza, energia.
Ragazzo del
passato 3:Così
potrete leggere con attenzione il grande libro che vi abbiano portato.
Ragazzo del
passato 1:Lì
imparerete ciò che è necessario, le gioie della vita che nasce e cammina per il
mondo, la fatica di essere uomini e donne, la durezza del lavoro
Ragazzo del
passato 4: .....
ma anche il dolore, la miseria, la ferocia. Imparare, conoscere………
Il coro: Sì, ma poi….sono cose
difficili, non adatte per noi che siamo appena nati alla vita…….come potremo
sostenere il peso di tutto questo?
Ragazzo del
passato 1: Leggete,
ragionate, pensate senza paura, liberamente come se per voi il mondo fosse
nuovo…….
Il coro: Anche così abbiamo paura…….
Musica
In scena ancora il coro. A semicerchio
rivolto verso il pubblico. In mezzo il grande libro “della vita”. Con delle
pagine sfogliate quasi fino alla fine. Quelli del coro parlano tra loro.
Il coro (tutti): Capire e’ difficile.
Ragazzo 1: Le persone dal viso bianco
ci avevano detto che in questo grande libro avremmo trovato storie di uomini e
regni, gioie e dolori.
Tutti: Non è stato così!
Ragazzo 6: Forse abbiamo letto male o
non abbiamo capito.
Tutti: Quante sofferenze tremende,
sangue e sangue, di sacrifici ad idoli di latta, guerre, ferocia di uomini
contro uomini, i tanti contro i pochi, i forti contro i deboli, fino a ieri,
fino ad oggi, appena oltre il mare o lontano tra gente nera, bambini feriti
dalla fame e straziati dalle armi.
Ragazzo 5:O qui tra noi, da secoli, ieri
per la razza superiore, quasi che gli uomini e le donne non fossero uguali.
Ragazzo 3: Troppi, sì’, troppi i
dominatori sanguinari, gli imbianchini della razza, burattinai/burattini come questo.
Mentre il coro parla rivolto al pubblico, alle loro spalle lavorano due
o tre ragazzi, i soliti con il berretto di carta di muratori, le tute da lavoro
macchiate di vernice. Installano, pezzo a pezzo, un teatrino di burattini (il
modello potrà essere copiato da qualche libro di teatro popolare o anche inventato.
Il materiale è deteriorabile. Si potrebbe vedere se basta una grande scatola di
cartone appoggiata su un tavolino coperto da un telo per nascondere il
burattinaio/recitante. I ragazzi/e operai si ritirano quando il coro sta
finendo di parlare. Il coro esce lentamente. Dal buco del teatrino si muove una
marionetta di Hitler, semplicissima:
viso bianco, due baffetti neri e i capelli, ugualmente neri, di traverso
sulla fronte. Per vestiti una divisa marroncino con una cravatta scura. Porta
una cintura militare. Il resto non si vede, è costituito dalla parte manovrata
con le mani infilate sulle braccia di stoffa. Il burattino gesticola, emette
grida, pronuncia parole incomprensibili. Pian piano la voce, sempre alta e
violenta, si fa comprensibile, nitida, scandita. Come tutti i burattini è
manovrato da dietro le quinte del teatrino.
Il coro avanza, si guarda attorno e verso il pubblico, interrogandolo
direttamente.
Il burattino agitatissimo: Il debole deve essere spazzato via.
Alleverò una gioventù che spaventerà il mondo, dominatrice, terribile.( Con suoni solo vocali si sente il boato di
un applauso). Lo sparviero, animale rapace, deve brillare nei suoi occhi.
Non voglio un’educazione intellettuale. Il sapere mi rovina la gioventù. La
voglio forte ed atletica (boato delle ovazioni). I giovani devono imparare il senso del dominio! Il nostro
movimento sostiene il principio dell’autorità assoluta del capo ( Ovazioni, mentre sul teatrino si spegne la
luce).(2)
Il coro avanza, si guarda attorno e
verso il pubblico, interrogandolo direttamente.
Ragazzo 4: Vi ricordate? Qualcuno di
voi ci doveva essere. Non solo lontano, in Germania, in Polonia.
Ragazzo 2: Proprio qui a Ravenna, Lugo,
Faenza, Santerno!
In diapositiva proiettare sulla parete in faccia al pubblico la lapide di Piazza Garibaldi dedicata agli ebrei passati per Ravenna.
Ragazzo 7: Quando mai ce lo avete raccontato? O forse
anche voi non sapete od avete dimenticato?
Scena 2°.
IL
BOICOTTAGGIO
Scena vuota. Nuda. Entrano in scena alcuni ragazzi. Sono vestiti
normalmente come fossero lavoranti di scena. Magari un berretto di giornale in
testa, una tuta macchiata di vernice colorata. Hanno in mano cartoni. Vi sono
disegnati in modo approssimativo, proprio con pennelloni grossi e tempere sagome di negozi, sette otto, in testa ai
quali campeggiano le scritte. MACELLAIO” -
“ORO E GIOIELLI” “SCARPE PER UOMO, DONNA, UOMO E BAMBINI” “AVVOCATO M” “DOTT. S
– MEDICO SPECIALISTA”, almeno due per
categoria. Scritte dai colori vivaci, con quelle lettere acide che i giovani
trascrivono sui muri della città. Comunque leggibili. Con dello scotch o
puntine da disegno le appendono alle pareti libere e se ne vanno. In primo
piano un cartello, questo più visibile ancora, con la scritta “BOICOTTAGGIO. GERMANIA 1933”
Sulla scena
vuota rimbomba una voce fuori campo
che legge gli ordini dati dal Partito Nazista
V.f.C.. (forte, chiara, da speaker, senza emozioni)
Nessun tedesco farà più le sue compere in un negozio
ebreo, nè farà più stimare le sue merci da un ebreo o dai suoi agenti.
Il boicottaggio deve essere generale, deve essere
fatto da tutto il popolo e deve colpire gli ebrei nel punto più sensibile.
Le SA e le SS riceveranno l’ordine di appostarsi davanti
ai negozi ebrei dal momento in cui l’azione di boicottaggio avrà inizio per
avvertire la popolazione di non entrare in quei negozi.
L’inizio del boicottaggio dovrà essere comunicato
con manifesti culturali, volantini, attraverso la stampa.
Senza parlare
entra una “marionetta” col viso bianco e
gli occhi cerchiati di scuro. Cammina con le braccia e le gambe rigide.
Tiene in mano un barattolo di vernice o tempera bianca. Si ferma davanti ad un
negozio e mette a terra il barattolo. La voce fuori campo ripete gli ordini già
dati prima. Entrano in scena altre due marionette con in mano dei grossi
pennelli di setola. Stessa maschera del viso. Avanzano in fila indiana. Il
primo, come arriva davanti ai negozi, immerge il pennello nella vernice e
traccia su due o tre dei negozi una
grande “J”. Il secondo ugualmente immerge il pennello nel barattolo di
vernice e traccia una gran croce sui
negozi con la scritta “J”. La vernice deve essere abbondante e
spruzzare in giro. Il primo, che aveva assistito alla scena, raccoglie il
barattolo, si mette a capo della fila indiana. Escono di scena sempre con il,
asso rigido della marionetta, accatastando, accanto al libro della vita, ma
visibile, il cartello “Boicottaggio. Germania 1933” . Senza dire
una parola.
Scena 3°
LE LEGGI SULLA
RAZZA
I poster imbrattati ed il cartello sul boicottaggio restano appoggiati
ad una parete. Entrano i due ragazzi di prima, sempre con il berretto di giornale
in testa e la tuta macchiata di biacca, appoggiano in primo piano un cartello,
anche questo scritto con colori acidi moderni, “Norimberga 1935. Legge per
la protezione del sangue e dell’onore tedesco (15 settembre 1935). Accanto
all’altro cartello parallelo ad esso ed in faccia al pubblico col titolo: “La vacanza della moglie ebrea”. Musiche d’epoca, discrete, in sottofondo.
Escono di
scena e rientrano portando in scena un tavolino, valige e bauli da viaggio, un attaccapanni verticale. All’attaccapanni
sono appesi abiti; in terra una cappelliera aperta. Sulla poltrona un cappello
femminile, nero a larghe tese, qualche vestito. Valigie aperte.
Voce fuori campo quasi come da
un megafono, forte, chiara, da speaker, senza esagerare. Senza emozioni .
Legge, come nella scena precedente, come fosse uno speaker radiofonico, con
correttezza ed indifferenza, alcuni articoli della legge sulla purezza della
razza .
V.f.C.: Legge per la protezione del
sangue e dell’onore tedesco (15 settembre 1935).
Art. 1. Sono proibiti i
matrimoni tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine. I matrimoni già celebrati sono nulli anche
se celebrati all’estero per sfuggire a questa legge.
Art. 2. Sono proibiti i
rapporti extraconiugali tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco ed
affine.
Art. 3. Gli ebrei non
potranno assumere al loro servizio come domestiche cittadine di sangue tedesco
od affine sotto i 45 anni.
Art.5. Chi contravviene al
divieto dell’art. 1 viene punito con il carcere duro.....Chi contravviene alle
norme dell’art. 3......viene punito con la prigione fino ad un anno e con una
multa o pene di questo genere”
Disposizionioni amministrative: “E’ proibito ad ebreo ed ebrea che possieda un barboncino
o altro animale da pelo portarli per la tosatura da parrucchiere di sangue tedesco e affine....E’ proibito altresì
accoppiare per la riproduzione un cane di padrone ebreo/ebrea con cane di
padrone di sangue tedesco od affine...”
Da Brecht “Terrore e miseria del Terzo Reich.. Costume attendibilmente
d’epoca. Entra una donna giovane, elegante: sta preparando i bagagli; è
indecisa sugli abiti da ripiegare.
Entra il marito.
Marito: Cosa fai? Riordini?
Moglie: No
Marito: Perchè fai i bauli?
Moglie: Vorrei partire
Marito: Cosa significa?
Moglie: Ma sì, diverse volte se ne
è parlato, che me ne andassi via per un pò. Ormai qui non si sta più tanto
bene.
Marito: Ma che pazzia è questa?
Moglie: Devo restare?
Marito: Dove vorresti andare?
Moglie: Ad Amsterdam. Via di qui,
insomma.
Marito: Ma là non hai nessuno.
Moglie: No
Marito: Perchè non vuoi restare? Non è certo per causa mia che devi partire.
Moglie: Ma no
Marito: Sai che sono sempre lo
stesso. Lo sai, vero, Judith!
Moglie: Sì.
Egli
l’abbraccia. Rimangono fermi, muti, in mezzo ai bauli
Marito: E non c’è qualche altra
ragione che ti spinge a partire?
Moglie: Lo sai anche tu
Marito: Forse non hai torto. Hai
bisogno di respirare. Qui si soffoca. Verrò a riprenderti. Già due giorni dopo
che avrò passato la frontiera, mi sentirò meglio.
Moglie: Sì, faresti bene.
Marito: Del resto, qui non può durare a lungo. Da una parte o dall’altra verrà la spinta. Passerà, come un’infiammazione......E’ proprio una disgrazia.
Moglie: Hai incontrato Schock?
Marito: Sì, cioè, solo per le
scale. Ho l’impressione che già gli rincresca di aver tagliato i ponti con noi.
Ho visto benissimo che era imbarazzato. A lungo andare non possono continuare a
comprimerci, noi animali intellettuali. E nemmeno potranno fare la guerra se
non avranno altro che dei relitti senza spina dorsale. E poi, la gente, se si
ha il coraggio di affrontarla, non ha mai tanta boria Bè’, quando conti di partire?
Moglie: alle nove e un quarto.
Marito: E dove devo mandarti il denaro?
Moglie: Fermo posta ad Amsterdam,
direi.
Marito: Mi farò fare un permesso
speciale. Diavolo, non posso mica mandar via mia moglie con dieci marchi al
mese? Che porcheria tutto questo! Mi viene la nausea.
Moglie: Se verrai a riprendermi ti farà bene.
Marito: poter leggere almeno un
giornale dove ci sia scritto qualcosa
Moglie: Ho telefonato a Gertrud. Si occuperà di te.
Marito: Non c’è bisogno. Per
qualche settimana........
Moglie (che ha ricominciato a fare la valigia) Passami la pelliccia, per
piacere.
Marito: (porgendogliela) In fin dei conti si tratta di qualche settimana.
Al termine,
mentre i personaggi escono di scena, alcuni ragazzi scendono fra il pubblico
con dei cartelli in cui c’è scritto a caratteri maiuscoli molto visibili: 1.“Come andrà a finire?”
2.“La moglie ebrea tornerà in Germania?”
3.”Amsterdam 1944 : rastrellamento degli ebrei destinazione Auschwitz”
4.“Ricordate Anna Frank? Era di Amsterdam”. Altri eventualmente costruiti
dai ragazzi/e con riflessioni libere anche virati sull’attualità, Kossovo,
Cecenia . I ragazzi/e, vestiti normalmente come durante le lezioni, procedono a
zig zag tra il pubblico, ma con i cartelli in sequenza.
Scena 4°
I LADRONI
ASSASSINI IN CONSIGLIO(4)
I soliti
ragazzi/e. Spostano i cartelli della scena precedente e li mettono insieme agli
altri accatastati su una parete. Altri due, cappello di giornale in testa e
tuta sporca, magari fischiettando, depositano in primo piano altri due cartelli con il titolo “10/12 novembre 1938: la notte dei cristalli“ e “I ladroni assassini in
consiglio”.
Entrano in
scena tre personaggi in abito grigio e cravatta, con un’enorme maschera in
capo: sono:. Goering,
Goebbels, Heydrich.
Goering: “Signori, la seduta odierna
è di importanza decisiva. Ho ricevuto l’ordine del Fuhrer di trattare fino in fondo la questione
ebraica.
Goebbels: In ogni caso questa notte
in tute le città tedesche sono stati distrutti negozi e sinagoghe. Il terreno
dove sorgevano potrà essere utilizzato per costruirvi giardini, case per
tedeschi di sangue ariano.
Goering: Quante sinagoghe sono
state incendiate?
Heydrich. Sono state incendiate
centouno sinagoghe e settecento demolite. Distrutti settemilacinquecento
negozi.
Goebbels: E’ l,’occasione per far
scomparire tutte le sinagoghe. Quelle che non sono perfettamente intatte
andranno demolite. I loro proprietari, gli ebrei, dovranno sobbarcarsi le spese
di demolizione.
E’
il momento di emanare un’ordinanza che vieti agli ebrei di frequentare teatri,
cinematografi, circhi tedeschi. Non possiamo tollerare che possano sedere nelle
sale di spettacoli a fianco dei tedeschi. Per i trasporti è indispensabile che gli ebrei scompaiano del tutto
dalla circolazione nei mezzi pubblici. Basta con le promiscuità.
Goering. Se non c’è bisogno di
dirlo espressamente. Se il treno è pieno l’ebreo sarà schiaffato a calci sul
culo fuori dalla porta e potrà starsene nel cesso per tutto il resto del
viaggio.
(Tutti
ridono sguaiatamente, qualcuno, preso da un eccesso di risa, batte più volte il
pugno sul tavolo)
Goebbels. Un’altra ordinanza dovrà vietare agli ebrei di frequentare le
località di villeggiatura tedesche.....(riflette
un pò, accarezzandosi il mento) Mi domando se non sia il caso di proibire
loro l’accesso alle foreste tedesche.
Goering: Benissimo, metteremo a
disposizione una parte della foresta. Faremo arrivare le varie specie di
animali che assomigliano maledettamente agli ebrei: il cervo per esempio per quel
suo naso adunco come il loro.. (Di nuovo tutti ridono divertiti, qualcuno,
preso da un eccesso di risa, batte più volte il pugno sul tavolo)
Goebbels: E la scuola? E’ intollerabile che mio figlio stia seduto
in un liceo tedesco accanto ad un ebreo mentre gli insegnano la storia tedesca.
Heydrich: E’ indispensabile allontanare gli
ebrei dalle scuole tedesche...propongo
inoltre che venga ritirato agli ebrei qualsiasi concessione personale, come ad
esempio la patente automobilistica...
Goering:...e che venga loro vietato di possedere automobili, che venga
limitata la loro libertà per mezzo di divieti di residenza e di soggiorno...
Goebbels:: Così per gli ospedali. Un
ebreo non deve essere curato neòllo stesso ospedale in cui è ricoverato un
ariano.....
Entra Hilgard - un rappresentante delle assicurazioni
tedesche – agitato ed affannato.
Hilgard: Un disastro, è successo un
disastro con tutte quelle sinagoghe e
quei negozi distrutti.
Goering. Ma cosa dice mai? E’
impazzito?
Hilgard. Erano tutti assicurati
presso la nostra assicurazione, contro
ogni tipo di danno Abbiamo sbagliato! . E adesso dobbiamo rimborsarli tutti.
Pensate che la gioielleria Margraf, uno dei più grandi negozi, è stata
saccheggiata, ci ha dichiarato di un milione e settecentomila marchi di danni.
Goering (isterico): Heydrich, dovete
recuperarmi tutti i gioielli!
Heydrich. Abbiamo già arrestato
centinaia di ladri e stiamo per recuperare gli oggetti....
Goering: E i gioielli?
Heydrich: Difficile dirlo. I
gioielli e le pellicce sono stati gettati nella strada e raccattati non si sa da chi. Spesso sono stati i bambini
che, giocando, si sono riempiti le tasche.
Goering. Avrei preferito togliere
di mezzo duecento ebrei piuttosto che vedere distrutti valori di quel
genere.....
(Silenzio, gitano
pensierosi attorno al tavolo e per la stanza
Goebbels: (si ferma con aria soddisfatta) Ma un rimedio c’è! L’assicurazione
versa la somma richiesta e subito lo
stato la requisisce a rimborso delle spese di risistemazione delle città
danneggiate!
( Battimani e
risate).
Heydrich : Rimane sempre il problema
della presenza degli ebrei. Se li raduniamo in città isolate, avremo sempre il
pericolo dei focolai e della criminalità (pausa
di silenzio) Propongo che ciascuno di loro porti indosso un distintivo speciale, ben evidente, così saranno
riconoscibili!
Goering. Ottimo! E per finire, se
applichiamo agli ebrei un’ ammenda di un miliardo di marchi a titolo di
contributo? Con questa formulazione: “Agli ebrei tedeschi, a punizione dei loro
delitti odiosi, viene inflitta globalmente la tassazione di un miliardo”. CI
sarà da ridere!
Tra risa
generali la proposta è approvata e la seduta è sciolta.
II ATTO
Stacco introduttivo del secondo atto. Alcuni ragazzi, a scena aperta, portano via i cartelli ed i materiali accumulati durante il primo atto. Altri due o tre attraccano alla parete due grandi cartelli scritti a mano con date e nomi alla rinfusa (oppure sullo sfondo diapositive della II Guerra mondiale in carattere ben visibili alcune date fra quelle riportate sotto)
Intanto sul
palco entra un ragazzo in nero, col volto bianco (da mimo) che racconta alcune
barzellette(5).
Ragazzo: Una bella anziana signora
ebrea nel 1940 entra in un ristorante di Berlino e si siede ad un tavolo.
Sul suo elegante cappotto spicca la stella gialla
cucita sul petto.
Immediatamente arriva il cameriere:
“Signora, in questo locale non serviamo ebrei!”
“Non si preoccupai, caro, tanto non li mangio”.
Un ispettore nazista visita una scuola e chiede ad
un bambino:
“Chi è tuo padre?”
“Il nostro Fuhrer”
“Chi è tua madre?”
“La Germania nazista”
“E cosa vuoi diventare da grande?”
“Orfano”.
“Se il
mondo va in rovina, è tutta colpa degli ebrei!” esclamò un signore:
“Come ha ragione – ammise un vecchio ebreo – degli ebrei
e dei ciclisti!”
“Perchè dei ciclisti?” si stupì il signore.
“E perchè degli ebrei?” chiese il vecchio ebreo.
Hitler in visita nei campi di sterminio: “Da domani
voi tutti mangerete carne di maiale!”
La folla ebraica: “Finalmente, era ora, maledetti
porci!”.
Scena I°.
LE
ELIMINAZIONI CAOTICHE – IL BATTAGLIONE 101 (6).
In scena, in
controluce, si muovono, mimando un passo di marcia ma senza spostarsi, dodici
ragazzi in fila da quattro: un tamburo sottolinea il passo. Rappresentano il
battaglione 101.
Un ragazzo entra in scena da destra rispetto al pubblico. Come un
uomo/sandwich. Porta sulle spalle un cartello a due facce su entrambe delle
quali, a pennarello rosso, con grande evidenza, sta scritto: Che non scappi nessuno. Così
viene ordinato. Attraversa la scena, si ferma sulla sinistra con una delle facce
del cartello volte verso il pubblico.
Sulla scena c’è al centro un piccolo podio con microfono e leggio. La scena si
oscura, la luce batte solo sul leggio, a parte l’uomo sandwich che deve essere
visibile. Entra un ragazzo/a, sale sul podio. Si illuminano solo le mani ed i
foglio bianco che, il viso ed il resto nascosto dal buio ,viene letto con tono
militaresco, a battute secche, appunto come un legge, un ordine severo ed
obbligatorio. L’effetto del nascondimento della persona può essere accresciuto
facendo indossare al lettore/trice un
abito (maglia, gonna o jeans) nero: è come se gli ordini venissero da un altro
pianeta, li ha prodotti una macchina, un sistema terribile ed anonimo. Durante
la lettura continua il movimento di marcia sul posto del battaglione.
Lettore 1: Che non scappi nessuno. Così
viene ordinato.
1)
Per
i rastrellamenti le forse armate devono essere dotate di asce, scuri ed altri
strumenti per forzare porte e finestre.
2)
Ispezionare
accuratamente ogni granaio , anche se dall’esterno non si noti presenza di
persone.
3)
Uomini,
donne e bambini possono nascondersi tra
il pavimento ed il suolo. Per stanarli togliere
le tavole del pavimento, mandare cani poliziotti - nelle operazioni a Pinsk il cane poliziotto Oste ha fatto
meraviglie - o, ancor meglio, lanciare
bombe a mano.
4)
Intorno
alle case tastare il terreno con un
oggetto duro per scoprire gli ebrei nascosti nelle buche ben mimetizzate.
5)
Per
scoprire i nascondigli più impensati ricorrere all’aiuto di ragazzi, dietro
promessa di aver salva la vita. Il sistema ha sempre funzionato bene.
(Tra un paragrafo e l’altro una
breve pausa. Nell’ultimo paragrafo sillabare lentamente la parte “ricorrere
all’aiuto di ragazzi”)
Lettrice/lettore
sparisce dietro le quinte. Non si vede la persona per il buio della scena. Si
sentono però distintamente i passi dell’uscita di scena (usare scarpe con
tacchetti rumorosi) Il ragazzo sandwich, visibile, esce di scena da
sinistra. Da destra entra un altro ragazzo anche lui con un cartello a doppia
scritta. Si comporta come il primo fermandosi sul lato sinistro della scena
visibile al pubblico. Da dietro le quinte si sentono dei passi di qualcuno/a
che sale sul podio. Stessa illuminazione, stessa visibilità parziale, stesso
abbigliamento scuro. Musica di guerra, rumori, spari, grida, se possibile, o solo sonorità belliche. Nel cartello c’è
scritto: “In azione a Zamosc”. La voce
lettrice è spaventata, ancora agitata per l’orrore vissuto ed ora narrato.
Continua il movimento di marcia sul posto del battaglione”
In azione a Zamosc (7)
Lettore 2: 11 agosto 1942, sabato. SS,
Sd e gendarmeria si scagliarono, come un’orda selvaggia, sul quartiere ebraico.
Sorpresa assoluta. Militari a cavallo seminavano il panico per le vie,
correvano all’impazzata, gridavano, picchiavano la gente con gli scudisci.
La
nostra comunità contava allora diecimila persone. Non ci fu nemmeno il tempo di
rendersi conto di quel che stava succedendo. In un batter d’occhio tremila persone - uomini, donne, bambini, vecchi,
malati - furono prese a caso per le vie, nelle case. Spinte con violenza verso
la stazione, furono caricate sui treni come animali da macello e deportate per
ignota destinazione.
Passato
l’attacco, i sopravvissuti erano pazzi di paura e di orrore. Morti e feriti da
tutte le parti, lungo le vie, dentro le case, bimbi lanciati dal secondo, terzo
piano giacevano sfracellati al suolo.
Schifo e paura (7).
Movimenti di scena come sopra. Sul cartello la scritta. “Schifo e paura”. Nessuna musica. Un grande silenzio.
Lettore 3: La fucilazione era
ripugnante. Non riuscivo più a mirare bene. Mancai il mio quarto uomo. Mi venne
da vomitare. Scappai dal luogo dell’esecuzione. Non, così non è esatto. Mi sono
espresso male. Non è che non potevo più mirare bene. Ho sbagliato apposta
perchè non ne potevo più. I miei nervi era completamente a pezzi. Sono scappato
nel bosco, vomitai e mi sedetti contro un albero. Volevo restare solo. Per
essere sicuro che nei paraggi non vi fosse nessuno, lanciai un richiamo a voce
alta. Penso di essere rimasto da solo nel bosco per due o tre ore.
Movimenti di scena come sopra. Sul cartello la scritta. “Lettera dal fronte”. Nella prima parte tono quasi scherzoso, da
sbruffone. Nella seconda parte, quando parla della moglie, toni teneri anche
con qualche esagerazione di sdolcinatezza. Insomma, dopo aver massacrato
famiglie intere, uomini, donne e bambini dice: come sono disgraziato ed infelice senza la mia famiglia. La lettera è
molto personale. Lettore/lettrice, sempre in nero, visibilissimo. Musica
“privata” (canzonette come sottofondo).
“Lettera dal fronte”(7).
Lettore 1: (Tono quasi scherzoso, da
sbruffone) Kamenetz-Podolsk, 5
maggio 1942
Illustrissimo
Signor Tenente Generale, d un mese mi trovo a K.. Con ventitrè gendarmi devo
amministrare un territorio grande come un distretto governativo. Faccio di
tutto, procuratore, giudice, esecutore.
Qui
non si dorme. Tre o quattro azioni alla settimana. Ora gli ebrei, ora i boemi,
i partigiani ed ogni sorta di canaglia. Abbiamo fatto un bel lavoro di pulizia,
specialmente con gli ebrei. Anche la popolazione deve essere tenuta a freno con
estrema fermezza. Quegli i sporchi Giudei fanno parte della nostra clientela.
Di quelli di Kamenetz-Podolsk non resta
che una percentuale minima, su ventiquattromila che erano. Facciamo piazza
pulita senza rimorsi e poi...”Le onde si placano, il mondo è in pace...”. Ne avrò
da raccontare ai miei bambini.
Però
la mia famiglia è ben disgraziata. Sono
in guerra ormai da due anni. Non che qui stia male: ho un grazioso appartamento
in un nido d’infanzia, camera da letto, salotto, tutto il necessario. Non manca
niente. Salvo mia moglie ed i miei bambini (toni
teneri, anche con qualche esagerazione di sdolcinatezza). Il mio Dieter e
la mia piccola Lina mi scrivono spesso. Tante volte si avrebbe voglia di
gridare. Non è bene amare i bambini fino a questo punto.
Dal buio e dalla penombra si passa ad una illuminazione piena, come
fosse giorno. Niente musica. Il solito Sul cartello è scritto “L’interrogatorio”. Gli interroganti tengono un comportamento severo, da militari, un poco
rigidi. L’interrogato si adegua in modo naturale, come fosse davanti a suoi
superiori. Risponde alzando la voce come le reclute nei films americani.
L’interrogatorio (8).
1°
Interrogante: Durante
l’anno in cui foste a capo dell’Einsatzgruppe D quanti uomini, donne e bambini
furono soppressi dal vostro gruppo?”
Battaglione (alzando la voce come le reclute nei films americani):: “Novantamila, signore!. Le
istruzioni erano di liquidare gli ebrei ed i commissari politici sovietici”
2°
Interrogante: Con
liquidare volete dire uccidere?
Battaglione “Signorsì, signore! L’ordine
era che la popolazione ebrea doveva essere tutta sterminata”
1°
Interrogante:
Compresi i bambini?
Battaglione : Signorsì, signore!
2°
Interrogante: Tutti
i bambini ebrei furono massacrati?
Battaglione: Signorsì, signore!
Per tutta la durata della scena una luce illumina il percorso del
battaglione 101 come da carta geografica. Se si riesce a fare un programma al
computer il movimento indicato all’inizio deve essere ripetuto per tutta la
durata della scena. I ragazzi escono di scena.
Leggero stacco. Si portano via i cartelli precedenti.
Scena II°
I CAMPI DI STERMINIO.
Un ragazzo ed una ragazza entrano in scena. Uno dei due ha in mano un
dizionario. Cerca le parole massacro, sterminio,
genocidio e le detta all’altro che le
scrive sul fondo in vernice rossa che deve gocciolare un pò . Accanto a
ciascuna di esse, su dettatura dell’altro ragazzo che le cerca nel dizionario, scrive le definizioni.
Ragazzo:
Massacro. Strage perpetrata con sanguinario accanimento. Sterminio. Soppressione spietata e sanguinosa di masse di persone. Genocidio. Metodica
distruzione di un gruppo etnico attraverso lo sterminio dei suoi individui.
Fin qui senza
musica. Proiettare sullo stesso schermo in modo che si confondano e sovrappongano
la cartine dei campi di sterminio (in diapositiva) – Auschiwitz, Chelmo,
Sobibor, Treblinka, Majdanek, san Sabba (Italia), Malines (Belgio). I due
ragazzi escono.
Dietro i pannelli in controluce si vedono delle figure che camminano in
fila indiana. Sono visibilmente affaticate: avanzano con il capo chino e le
spalle ripiegate in avanti, con la lentezza di chi non ne può più. Il movimento
da sinistra a destra finisce entro un quadro nero, una porta, un antro senza
ritorno. I ragazzi e le ragazze vi passano dietro, tornano all’inizio dando
alla fila che si muove il senso di un’infinita continuità.
Due ragazzi sistemano al centro della scena una seggiola. o una
sgabello. Ad ogni scena piazzano davanti al pubblico un cartello con la descrizione del contenuto
rappresentato/detto. La luce al di qua dello schermo è quasi in esistente. Si
vede e si sente che uno speaker sale sulla seggiola/sgabello/podio e legge,
come nelle scene precedenti, dei testi predefiniti di provenienza. Rumori
sordi, macchine ansanti, stridii di meccanismi. Nessun suono umano. Un ragazzo
porta un cartello con la scritta “Soluzione
finale”.
Fra il pubblico, in ordine sparso, come a frugare la terra, alcuni
ragazzi recitano a voce molto alta.
Masada
(distrutta nel 93 e.v. - disseppellita 1965 e.v.)
Cementate
Da cocci immortali.
Un sandalo
Un sacchetto di cuoio con sale
Povere collane
Resti di fichi
Cereali
Trascoloranti pergamene scritte.
Più
Le ossa dei bambini
E in mezzo ai teschi
Capelli nemmeno grigi
Con brani di carne
Non millenovecento anni
Solo vent’anni
Soltanto Auschwitz
Erich Fried – 1991
La soluzione finale.
Un ragazzo/a entra in scena, sale sullo sgabello e si mette a raccontare.
Ragazzo/a (senza particolare emozione):La soluzione finale (9) (la
definizione va pronunciata lentamente) del problema ebraico voleva dire lo
sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Feci una visita a Teblinka per vedere
come lavoravano. Il comandante del
campo mi disse di aver sistemato in un semestre 80.000 persone, tutte del
ghetto di Varsavia. Mi sembrò poco efficiente. Ad Auschwitz cominciai ad usare
il ciclon B, acido prussico in cristalli. Veniva fatto cadere nella camera
della morte da una piccola apertura. In pochi minuti, da tre a quindici, tutto
era finito. Molto efficace.
Un altro progresso: a
Treblinka gli ebrei quasi sempre sapevano che sarebbero stati eliminati. Noi
facevamo credere che ci sarebbe stata una disinfestazione dai pidocchi. Tutto
procedeva più tranquillamente. Non sempre: quando le donne fiutavano l’inganno
, cercavano sempre di nascondere i bambini, sotto le vesti o in qualche altro modo. Non era difficile
scoprirle e anche in questo caso si concludeva l’operazione che doveva svolgersi
in segreto. Fu impossibile. Sulla zona attorno al campo pesava un orribile
fetore nauseante.
Cartellone: “Lo sterminio un affare, anzi un affarone” .
Entra una ragazza
con un faldone sotto il braccio, prende la sedia e la sistema più indietro,
nello spostamento le cade il faldone e ne escono vari fogli che si sparpagliano
a terra; la ragazza si china, ne raccoglie uno, lo scorre, ne prende un altro,
si alza.
Ragazza (con tono leggero come se cercasse qualcosa)
a. Ditta Erfurt di A.Topf e figli (10)
All’Ufficio Centrale delle
Costruzioni
delle SS e della polizia
Auschwitz
Oggetto: Crematori 2 e 3 per il campo.
Accusiamo ricevuta della
vostra ordinazione di cinque forni tripli, compresi due ascensori elettrici per
portare su i corpi ed un ascensore di
emergenza: L’ordinazione include un’installazione pratica per la riserva di
carbone ed un’altra per il trasporto delle ceneri.
b. Officine Didler di Berlino (10)
Per mettere i corpi nel forno proponiamo una semplice
forca di metallo montata su cilindri.
Ogni forno avrà un fornello di soli pollici 24 per 18,
dato che non vengono usate bare. Per il trasporto dei corpi dal luogo di
raccolta ai forni proponiamo carrelli leggeri su ruote, di cui accludiamo i
disegni in scala ridotta.
c. Ditta H.Kori (10)
In seguito al nostro
colloquio circa la fornitura di impianti per la semplice costruzione per la
cremazione di morti, vi sottoponiamo i progetti dei nostri forni perfezionati
che funzionano a carbone. Con risultati finora assolutamente soddisfacenti.
Per l’edificio progettato vi proponiamo due forni crematori, ma vi consigliamo di fare
altri accertamenti per essere sicuri che due forni siano sufficienti al vostro fabbisogno.
Vi garantiamo l’efficienza dei fornelli di cremazione,
nonchè la loro lunga durata, l’uso del miglior materiale e la nostra mano
d’opera ineccepibile.
In attesa di un’ulteriore vostra conferma, restiamo ai
vostri ordini.
Heil Hitler!
(Raccoglie
tutti i fogli ed esce)
Scena 3°
“IL GIOCO DEL
“CHI LO SA?”
Scena buia. Si
accendono le luci. Entrano in scena da parti opposte i due presentatori. P1 ha
sottobraccio una lavagnetta. Si sistemano al centro della scena.
P2: Signore e signori...
P1: Buonasera!
P2: Benvenuti al gioco....
P1 del...”Chi lo sa?”!
P2La domanda di oggi è.....
P1”Chi era a conoscenza della questione ebraica?”
P2 Ecco alla nostra sinistra........
P1 ...ed alla nostra destra le due squadre...
P2...i rossi ed i gialli! (Entrano di corsa le due squadre di tre concorrenti ciascuna)
I concorrenti
iniziano a girare in cerchio pensando ad alta voce le risposte.
C1: MMM....Sicuramente Hitler!
P2 Perfetto!
P1: Ottimo. Un punto a voi!
P2: Forza! Spremetevi le meningi!
I concorrenti
continuano a girare.
C2: E poi anche i ministri!
P1: Bravo!
P2: Adesso un punto a Voi!
P1: Avanti! Avanti!
Tutti
continuano a pensare camminando
C3: Quindi i generali!
D’ora in poi
le risposte si susseguono senza intervalli
Ca: Certo, e gli ufficiali!
C5: allora anche i soldati!
C6: i dirigenti delle fabbriche!
C1: e i commercianti, gli artigiani...
C3: ..gli operai, i contadini....
C5: Per non parlare dei capistazione!
C6: Ma anche degli impiegati delle stazioni!
C2: Ma allora tutti i ferrovieri!
C4: E quindi gli impiegati delle fabbriche ed i
capireparto!
C1: E le famiglie di queste persone!
C3: E i loro amici!
C6: Ma anche i potenti del mondo....
C2: Sì, gli Stati Uniti e l’Inghilterra....
Ca:......la Francia e l’Urss...
C5: e il Papato!
Silenzio e stupore! I presentatori, che fino ad ora hanno segnato le
crocette sulla lavagna, anch’essi stupiti fissano il tabellone
P1: Ma allora.....
P2: .....lo sapevano tutti.
Tutti i concorrenti ed i due presentatori fissano molto stupiti il
tabellone. Ora nascerà un’altra domanda: come mai non è intervenuto nessuno?
Perchè nessuno ha fatto qualcosa in modo che gli eventi cambiassero? Forse
l’indifferenza, il menefreghismo.....ma chissà!
Chi sapeva..... sapeva..... sapeva....... sapeva chi
Hitler
Hitler.. Himmel.....Goering...Heyndrich .. Hitler
Hitler ... Generali,......generali......generali.......generali.....generali...generali ... Hitler
Hitler .. Ufficiali...ufficiali...ufficiali.....ufficiali.....ufficiali. ufficiali...
Ufficiali....Ufficiali...Ufficiali ..Hitler
Hitler.. Soldati....soldati....soldati...soldati...soldati....soldati.....soldati...soldati.. Hitler
Hitler ..Commercianti....artigiani...operai....contadini .. Hitler
Hitler ..Ferrovieri...impiegati statali.. dirigenti.. Hitler
Hitler ....I potenti del mondo ..... Hitler
Hitler .... Stati uniti .... Hitler
Hitler ... Inghilterra .... Hitler
Hitler. ... Francia .... Hitler
Hitler....Urss.....Hitler
Hitler.Papato .Hitler
Hitler
Ma allora......sapevano tutti !
4° scena.
ALMA ROSE’(11).
Scena buia. Un ragazzo entra in scena con un cartello che deposita di fronte al pubblico. Sul cartello la scritta : “Alma Rosè, viennese, violinista, ebrea, vent’anni”.
Luce dall’alto, a cono, sul
centro della scena dove illumina una ragazza in jeans e maglietta, senza nessun
trucco, al naturale. E’ ferma in faccia al pubblico, seria, in attesa. Accanto
a lei una poltrona rossa e, più avanzato, verso il pubblico un cubo
dell’altezza di mezzo metro circa.
Dalla destra entrano,
alternandosi, tre ragazzi e tre ragazze che lasciano sulla poltrona un dono per
Alma: una rosa, un abito bianco , una fascia rossa (ragazzo), delle scarpette
possibilmente rosse , un gioiello appariscente, un capellino fuori moda.
Rientrano in scena le tre ragazze che procedono lentamente, come fosse una vestizione sacra, a vestire
Alma. Finita la vestizione una ragazza offre ad Alma una bacchetta da maestro
d’orchestra.
Alma sale sul cubo e batte con la bacchetta su un leggio immaginario.
Da fuori scena devono sentirsi i colpi secchi di legno contro legno. Alma alza
la bacchetta e ha inizio una musica classica (un notturno di Chopin? ). Dopo
poche battute da fuori scena rumori, borbottii, risate, tintinnio di bicchieri.
Alma alza la bacchetta e di nuove la batte per due o tre volte sull’immaginario
leggio. Da fuori scena i suoni i secchi di legno contro legno. La musica si
ferma. Silenzio. Alma agita la bacchetta e la musica riprende. Tre volte la
stessa scena. Poi il silenzio si fa stabile ed il notturno va alla sua
conclusione.
Buio. Luce di nuovo. Attorno ad Alma le tre ragazze che hanno portato i
doni.
Prima ragazza: Ma sei matta a comportarti così! I tedeschi non scherzano!
Seconda ragazza: Così metti in pericolo anche noi che non c’entriamo niente con la tua musica!
Terza ragazza: E poi perchè tutto questo orgoglio? Qui siamo tutte uguali.
Alma: E’ vero! Siamo sorelle, siamo tutte uguali in questo inferno, tra noi, ma per loro (con la mano fa un gesto largo per indicare là fuori) no...non dobbiamo essere uguali....magari per una volta sola dobbiamo cantare la dignità della nostra gente, della musica che esalta ed unisce, della vita.......
Le luci si spengono. Buio in scena. Per qualche minuto. Il pubblico
deve avere la sensazione che lo spettacolo sia finito. D’improvviso le luce si
riaccende a cono sul centro della scena: in terra sparse in disordine le vesti
di Alma e, in mezzo, da rendere evidentissima con la luce, la poltrona rossa
con una freschissima rosa bianca.
Informazioni storiche, note, bibliografia,
filmografia, siti internet
Breve
cronologia sul nazismo:
!933 – Hitler diventa capo del nuovo governo su incarico del Presidente dello Stato, il vecchio generale Hindenburg. La prime misure del nuovo governo sono dirette a limitare le libertà di organizzazione democratica: vengono messi fuori legge le organizzazioni sindacali dei lavoratori ed i partiti. Per tenere sotto controllo gli avversari politici vengono istituiti i primi campi di concentramento, come quello di Dachau. Nello stesso anno viene organizzato il boicottaggio contro le attività ebraiche, si discriminano gli ebrei nell’amministrazione statale, nella scuola e nelle attività pubbliche.
1934 – La notte dei lunghi coltelli nel corso della quale vengono eliminati i nemici interni al partito nazionalsocialismo con l’assassinio del capo delle SA Roehm.
.
1935 – A Norimberga vengono proclamate le leggi razziali contro gli ebrei in nome della protezione del sangue e dell’onore tedesco (15 settembre 1935)
1938 – La Germania del Reich, dopo un lungo braccio di ferro con Mussolini, invade l’Austria e l’annette al Reich (il c.d. Anschluss). Nella notte dei cristalli (9/10 novembre) il governo nazista incita la folla a scagliarsi contro gli ebrei ed a bruciare le loro sinagoghe.
15/3/39 – Invasione e distruzione della
Cecoslovacchia
1/9/39 -
Invasione della Polonia. Espansione militare nell’Europa orientale (Lebensraum = spazio vitale). In
settembre ha inizio la seconda guerra mondiale.
1940 – L’esercito tedesco, con una guerra lampo (Blitzkrieg) invade la
Danimarca, la Norvegia, l’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo e la Francia . Il
14 giugno la Wermacht - l’esercito tedesco - entra a Parigi
1941 - Aggressione all’Unione Sovietica. Nei i
villaggi e nelle città dell’est
europeo, con le eliminazioni caotiche, inizia lo sterminio sistematico delle
comunità ebraiche sia con massacri di massa che con le deportazioni forzate
verso i campi di concentramento e lavoro e di sterminio. Viene dichiarata la necessità dello sterminio della dirigenza
polacca, laica e religiosa,
1942 - Conferenza
di Wannsee dove viene decisa la soluzione finale e definite le modalità di
soppressione degli ebrei.
1943 – Il 31/1/43 la Sesta armata tedesca è
sconfitta e distrutta a Stalingrado. In settembre inizia l’occupazione dell’Italia ex alleata. Il 16/10/1943 rastrellamento del quartiere
ebraico di Roma e, nonostante il pagamento di in un ingentissimo riscatto (50 chili
d’oro) il generale Kappler procede alla deportazione
degli ebrei romani.
1944 – Nel giugno gli americani, dopo una battaglia
sanguinosa (vedi il Soldato Rayan), sbarcano in Normandia. Nell’inverno tra
il 44 e il 45 i tedeschi costringono migliaia di deportati ebrei a lunghe marce
(marce della morte) per sottrarli
all’arrivo degli eserciti alleati
1945 – Febbraio. Le potenze alleate nelle persone
dei loro massimi dirigenti, Roosvelt (USA), Churchill (Inghilterra) e Stalin
(URSS), decidono l’occupazione della Germania. Nel gennaio l’esercito sovietico
ha liberato il campo di sterminio di Auschwitz. In aprile gli americani
liberano i campo di concentramento di Buchenwald e Dachau, gli inglesi quello
di Belsen-Belsen
30/4/45 Hitler si suicida nel bunker di Berlino
assieme alla moglie Eva Braun.
8/5/45 Capitolazione senza condizione delle forze
armate tedesche.
19/11/45 Inizia il processo di Norimberga contro i
dirigenti del nazismo con l’accusa di
crimini contro l’umanità.
GLOSSARIO
Campo di lavoro – Luoghi di reclusione in cui i deportati schiavi – ebrei, prigionieri di guerra, civili – venivano costretti a lavori forzati – nelle miniere, nelle fabbriche, nei campi – per far funzionare l’economia della Germania nazista. Da poco i sopravvissuti sono stati ammessi ad un risarcimento danni a carico.
Campi di concentramento – Luoghi in cui le persone venivano confinate a causa della loro identità (ebrei, zingari), del loro comportamento (omosessuali, delinquenti comuni, ecc.) o per le loro convinzioni (comunisti, socialisti, oppositori cristiani, testimoni di Geova). La maggior parte dei campi fu utilizzata come campi di lavoro e luoghi di sterminio delle popolazioni civili dei paesi conquistati dall’esercito nazista. Campi di lavoro e di concentramento a centinaia coprivano tutti i territori dell’Europa.
Campi di sterminio – Luoghi destinati principalmente allo sterminio razziale. I corpi degli assassinati generalmente venivano bruciati.
Sono stati campi di sterminio: Chelmo, Belzen, Sobibor, Treblinka, Auschwitz-Birkenau, Majdanek, San Sabba (Italia), Malines (Belgio).
Nei campi, disseminati a centinaia in tutta l’Europa sotto il tallone nazista trovarono la morte, per maltrattamenti, denutrizione, malattie e deliberato sterminio oltre 12 milioni di persone delle quali circa 6 milioni di ebrei.
Gli internati erano distinti per categorie ciascuna contrassegnata da un segno e da un colore:
Giallo (stella) – ebrei
Rosa – omosessuali
Rosso – prigionieri
politici
Verde – criminali comuni
Nero – asociali
Bruno – zingari
Blu – emigrati
Viola – Testimoni di Geova
In un contesto in cui è del tutto impossibile
privilegiare, almeno nella memoria, una storia rispetto ad un altra, non ci si
può tuttavia dimenticare di uno – perchè tanti ce ne furono – degli episodi più
straordinari di resistenza popolare ebraica al nazismo. In una disperata
insurrezione, la Varsavia ebraica,
ristretta nello spazio angusto del ghetto, dal 1° agosto al 2 ottobre del 1943
resistette, guidata da Organizzazioni clandestine, all’agguerrito ed
armatissimo esercito nazista.
NOTE
(1) La conoscenza di sè, degli
altri, del mondo è una nascita che si realizza mediante la fisicità del corpo,
lo sguardo e la parola. Arrivati alla parola si è sulla soglia della
responsabilità.
(2) – Il
discorso di Hitler è riportato in Rausching
Hermann. Discorsi su Hitler,
(3) – Per
un certo periodo dopo la promulgazione delle leggi razziali fu possibile lasciare
la Germania ed i territori del Reich tedesco. Molti, moltissimi ebrei,
nonostante tutte le persecuzioni evidenti, confidavano che la tempesta sarebbe
passata . La donna dell’episodio si appresta infatti ad espatriare verso
Amsterdam, non casualmente perchè vi viveva e prosperava una delle comunità
ebraiche più importanti d’Europa.
(4) I dialoghi, pur riadattati
dai ragazzi e dalle ragazze, sono tratti da un verbale del consiglio del Reich
tenuto in occasione della notte dei
cristalli. E’ riportato integralmente in Poliakov
Leon, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, Einadi Editore, Torino 1971
(5) – Le
storie, un esempio dell’ironia ebraica per circostanze drammatiche, sono
raccontate da Moni Ovadia (vedi
opere richiamate in bibliografia minima)
(6) – La
storia del battaglione 101 è tratta da Browning
Christopher, Uomini comuni, Polizia tedesca e soluzione finale in Polonia,
Einaudi editore, Torino 1995. Il profilo del battaglione che da solo in un anno
assassinò e deportò oltre 90.000 ebrei, è così delineabile:
Composizione
quantitativa:
-
circa
500 unità di circa 140 uomini ciascuna
Composizione
militare:
11 ufficiali di divisione
5 ufficiali amministrativi
(paghe, alloggi, approvvigionamenti)
486 di truppa compresi i sottoufficiali
* sottoufficiali effettivi
22 iscritti al partito nazista – 2 SS – età dai 33/35 anni
* sottoufficiali riservisti:
iscritti al partito nazista – nessuna SS – età dai 33ai 48
1 medico ed il suo aiutante
vari autieri e furieri
addetti alle comunicazioni
Composizione
sociale:
63% operai, soprattutto manovali
35% ceto medio (impiegati, imprenditori)
2%
professionisti
Provenienza: Amburgo
Carabine per la truppa, fucili mitragliatori per i sottoufficiali , per
ogni compagnia: una mitragliatrice pesante.
Al comando il maggiore Wilhelm Trapp,
anni 53, veterano della prima guerra mondiale.
(7) – I brani, tratti da
documentazione originale, si trovano in Poliakov
Leon, citato.
(8) – Il dialogo è un
riadattamento di un verbale stenografico di un interrogatorio durante il
processo di Norimberga. E’ riportato in Shirer
William, Storia del terzo Reich, Einaudi editore, Torino 1962, vol. II, cap. XXVII.
(9) – Il brano è tratto da Hoess Rudolf, Comandante ad Auschwitz,
Einuadi editore, Torino 1985
(10) – In Poliakov Leon citato.
(11) - Si trattava di una giovanissima violinista viennese,
internata come ebrea nel campo femminile di Birkenau. Per la mancanza di
direttori di sesso maschile tutti soppressi nelle camere a gas, venne chiamata
a dirigere l’orchestra sinfonica di Auschwitz-Birkenau. Volle svolgere tale
incarico con professionalità e rigore, come certamente era stata abituata a
fare dal padre, Arnold Rosè, violinista austriaco, primo violino dell’Orchestra
Filarmonica di Vienna e fondatore di un famoso quartetto, appunto il quartetto
Rosè. Dopo alcuni mesi scomparve anch’ essa nella bufera delle camere a gas.
BIBLIOGRAFIA MINIMA
Berg Mary, Il ghetto di Varsavia, Einaudi editore, Torino 1991
Colletti Enzo, La soluzione finale. Lo sterminio degli ebrei, Tascabili economici Newton, 1995.
De Benedetti Giacomo, 16 ottobre 1943. Edizioni Sellerio, Palermo1993.
Frank Anna, Diario, Einaudi Editore, Torino.
Fried Erich, Talvolta persino si rideva, Feltrinelli Editore, Milano 1989.
Gilbert Martin, Atlante di storia ebraica La Giuntina editrice, Firenze 1993
Grynberg Ann, Shoah, Gli ebrei e la catastrofe, Universale Electa Gallimard, 1995
Joffo Joseph, Un sacchetto di biglie, Sansoni per la scuola, 1989.
Levi Primo, Se questo è un uomo, Einaudi Editore, Torino 1989.
Loy Rosetta, La parola ebreo, Einaudi Editore, Torino 1997
Moni Ovadia, L’Ebreo che ride, Einaudi Editore, Torino 1998
Uhlman Fred, L’amico ritrovato, Feltrinelli Editore, Milano 1989.
Wiesel Elie, La notte, La Giuntina Editrice, Firenze 1986.
FILMOGRAFIA MINIMA
Arrivederci ragazzi, di Louis Malle - 1987
I dannati di Varsavia di Andrzy Wajda - 1957
Il diario di Anna Frank di Stevens - 1959
Il dittatore di Chaplin
- 1940
Il dottor Korczak di Andrzy Wajda - 1990
Jona nel ventre della balena di Roberto
Faenza - 1933
Kapo di Gillo
Pontecorvo - 1959
L’amico ritrovato di Schatzberg Jerry – 1989
L’oro di Roma di Carlo Lizzani - 1961
L’uomo del
banco dei pegni di Sidney Lumet -
1965
L’uomo di Kiev di John Frankerheimer (1968)
La vita è bella di Roberto Benigni
Schindler List di Stevens Spielberg - 1994
Train de vie (Treno per vivere) di Radu Mihaileanu (1998)
Vincitori e vinti di Stanley Kramer – 1961
LA SHOAH IN INTERNET (siti italiani).
Degli innumerevoli siti internet dedicati alla Shoah se ne indicano alcuni in lingua italiana.
Http://www.italya.net/shoah/shoah.htm
Sito molto completo, che offre una panoramica
esauriente ed autorevole sulla Shoah, grazie anche ai numerosi link
sull’argomento.
Http://services.csi.it/-major/weil/present.htm
Sito di tipo didattico realizzato da una classe
quinta del Liceo Scientifico “Majorana” di Moncalieri
Http://www.isiw3.com/swc/resource/36itque1.htm
36 domande e risposte sulla Shoah a cura del Centro
Wiesenthal
Http://www.mediatec.it/blumagazine/E/1.htm
Storia ed intervista di una sopravvissuta ad
Auschwitz.
Http://www.enet.it/hpg/arsnova/horror/aush/campo1.htm
Viaggio virtuale al campo di Aushwitz-Birkernau, con
testo ed immagini.
http://www.windcloak.it/cultura/risiera/laris.htm
Sito che illustra la Risiera di San Sabba, campo di
sterminio italiano nei pressi di Trieste.
Schede di lavoro, immagini.
Si riportano, a puro titolo esemplificativo, alcune delle moltissime
schede di lavoro elaborate dai ragazzi e dalle ragazze della classe nel corso
della fase “costruttiva” del testo dello spettacolo e due immagini riguardanti
il boicottaggio e l’obbligo per gli ebrei della stessa gialla. Tante altre, e
certamente più crudele e terribili, si possono trovare e vedere, sia su alcuni
dei volumi indicati in bibliografia, sia sui siti Internet segnalati.
Hanno patrocinato
l’iniziativa:
Amicizia ebraico-cristiana - Romagna
Ass.naz.le partigiani d’Italia - Russi
Banca popolare - Ravenna
C.G.I.L – Provincia di Ravenna
Comune - Ravenna
Comune - Russi
Provincia - Ravenna