Vav
Pronuncia: V oppure O (quando c'e’ un puntino sopra) oppure U (quando il puntino e’ in mezzo).
Esempio: VADAI (certamente), TOV (buono), TUV (bonta’)
Il valore numerico (Ghematria) della VAV e’ 6.
La lettera VAV rappresenta completezza, redenzione e trasformazione
La sesta lettera dell'alfabeto ha il valore di sei, il numero che rappresenta il completamento: il mondo fisico e’ stato completato in sei giorni e cosi’ un oggetto che si autocontiene ha sei lati: sopra e sotto, destra e sinistra, davanti e dietro (Maharal) In maniera analoga il popolo ebraico e’ completo, autocontenuto ed unico; al momento di ricevere la Tora’, il popolo ebraico fu censito e risultarono esserci 600.000 anime., corrispondenti alle 600.000 lettere della Tora’ (Maharal)
La lettera VAV e’ la congiunzione: essa unisce concetti molteplici ed anche opposti. Essa rappresenta il legame tra cielo e terra, ed ha la forma di un gancio. La VAV unisce le parole per formare frasi, unisce le frasi per formare paragrafi, unisce i paragrafi per formare capitoli ed unisce i capitoli per formare libri. La vav implica relazione tra eventi e continuita’ tra le generazioni. L'assenza di una VAV all'inizio di un nuovo capitolo della Tora’ indica l'inizio di una nuova era o di un nuovo soggetto.
Quando si mette la VAV davanti ad un verbo nelle Scritture, essa cambia il tempo da passato a futuro o viceversa. Uno degli esempi piu’ classici nella Tora’ e’ VAYEDABER . La parola YEDABER significa "dira’", mentra VAYEDABER significa "disse". Realizzando l'interscambio tra passato e futuro, la VAV implica assenza di tempo, portando l'uomo ad una piu’ vicina comprensione del Divino, del Quale viene detto: "Mille anni nei Tuoi occhi sono ieri" (Salmi 90:4)
Due usi molto frequenti di questo tipo di
VAV sono nella conversione di HAYA', (era - passato) in VEHAYA' (sara’ -
futuro); e di YEHI' (sara’ - futuro) in VAYEHI' (era - passato). In questo
esempio la VAV non solo cambia il tempo, ma trasforma anche il modo delle
parole. Il Talmud dice: (VAYEHI', era) esprime tormento, VEHAYA' (sara’) esprime
gioia. ( Meghillah 10b). Quando avviene qualcosa di piacevole nel passato e noi
speriamo che si ripeta in futuro, usiamo HAYA' (era) e lo convertiamo con la VAV
in VEHAYA' (sara’) (Shoresh Yshai, Ruth). Viceversa, se sappiamo che qualcosa di
triste debba avvenire, qualcosa che non possiamo modificare ma che speriamo sia
gia’ avvenuto - "fai che sia gia passato!" Allora le Scritture usano il futuro
YEHI' (sara’) e lo converte in passato VAYEHI' (era). (Kol Hatorah, Bereshit p.
625)
Il
gran ballo delle lettere pensanti